Il salmone è un pesce ricco di sapore ed è apprezzato da tutti per la prelibatezza della carne. Protagonista in tanti piatti: buono semplicemente cotto al vapore per mantenere inalterato il suo sapore naturale, al forno o scottato in padella con gli abbinamenti più svariati.
Il salmone Sockeye, o salmone rosso, è la specie più pregiata di salmone selvaggio pescata in Alaska, ha una carne molto gustosa di colore rosso intenso dovuto all'elevato contenuto di acidi grassi omega-3.
La coda di rospo è un pesce prelibato, con carne gustosa e compatta, molto apprezzata e versatile in cucina.
Lo scorfano è un pesce tanto brutto a vedersi quanto buono da mangiare.
Vi sembrerà insolita la ricetta di una zuppa in estate, ma i peperoni li uso solo in stagione, se poi avrete la curiosità di provarla vi accorgerete che non è così calda come può sembrare.
Con l'arrivo dell'estate si mangia più volentieri il pesce ed è la stagione migliore per la categoria del "pesce azzurro" a cui appartiene anche lo sgombro. Il pesce azzurro non è una specie ma un modo per definire certi pesci dalla colorazione dorsale blu e dal ventre argenteo.
Vi siete mai chiesti se esiste un cibo azzurro in natura? A pensarci bene qualcosa di azzurro c'è, la natura ci ha regalato il "pesce azzurro", seppure non sia una specie ma un modo di definire certi pesci dalla colorazione dorsale blu e dal ventre argenteo.
Finalmente è arrivata la primavera con i suoi colori e i profumi dei fiori nell'aria e con questa stagione ritorna il desiderio di stare in mezzo alla natura.
Dal pescivendolo ho trovato dei piccoli filetti di aringa freschi e pescati, e non me li sono lasciati scappare. Le aringhe sono economiche e ricche di omega-3, cosa vogliamo di più? Una ricetta sfiziosa? Eccola!
Il sushi è il cibo più famoso della cucina giapponese, nato anticamente per conservare il pesce. Infatti, in origine si metteva il pesce nel riso cotto che fermentando permetteva di conservare il pesce per parecchi mesi, la marinatura durava anni poi si passava alla fase di pulitura buttando il riso fermentato, una lavorazione lunga che col tempo venne resa più veloce grazie all'aceto.