Paté di Fegatini alla Toscana
Una ricetta classica e molto rinomata in Toscana, presente sulla tavola delle grandi occasioni e immancabile a Natale, incredibilmente facile da preparare per un antipasto.
Una ricetta classica e molto rinomata in Toscana, presente sulla tavola delle grandi occasioni e immancabile a Natale, incredibilmente facile da preparare per un antipasto.
Gli arrosticini di fegato sono una ricetta tipica della tradizione abruzzese, un'alternativa ai classici spiedini di pecora.
La coda alla vaccinara è un tipico piatto della cucina tradizionale romana, preparato con la coda di manzo stufata con diverse verdure.
La Lingua di Manzo bollita è uno dei piatti della tradizione emiliana, generalmente servita nei pranzi invernali dei giorni festivi insieme al Bollito di Carne e accompagnata con la salsa verde.
La coda di bue è uno dei tagli di carne del quinto quarto, ovvero la parte meno pregiata del bovino. Del quinto quarto fanno parte la coda, le zampe, le orecchie e tutte le frattaglie dell’animale.
Il fegato è una delle frattaglie più cucinate, ricco di proteine, vitamine A e B, trova generalmente impiego in ricette della cucina tradizionale di varie regioni italiane ed estere.
In Francia si prepara il Pâté de Foie Gras con fegati di oca o anatra con l'aggiunta di grasso ed erbe aromatiche, uno dei piatti francesi più famosi. In Italia il Paté di Fegato si prepara con fegato di vitello oppure fegatini di pollo o di coniglio.
Nel corso dei miei viaggi virtuali nelle cucine del mondo mi è capitato di vedere un modo diverso per cucinare il fegato, una frattaglia non sempre gradita per il sapore deciso.
Il fegato di maiale è un alimento diffuso nella cucina regionale italiana: in Veneto troviamo il Fegato con Cipolle alla Veneziana. Invece, nella cucina Toscana, in Emilia e in Sardegna si usa avvolgere il fegato nella rete formando dei fagottini, conosciuti come Fegatelli di Maiale, un piatto semplice, rustico e nutriente col sapore deciso di cibo vero.
Tra le frattaglie, il fegato è quello tra le più consumate sin dall'antichità, molto apprezzato dagli antichi Romani che, per smorzare il sapore forte, pare lo cucinassero con i fichi ossia i ficatum, da qui poi l'origine del nome. I veneziani sostituirono i fichi alle cipolle bianche per addolcire il sapore un po' amaro di questa frattaglia.